Jurgen Klopp by Raphael Honigstein

Jurgen Klopp by Raphael Honigstein

autore:Raphael Honigstein
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2020-03-09T12:00:00+00:00


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Uno, due e quasi tre

Dortmund 2010-2013

Nuri Şahin, Mats Hummels, Marcel Schmelzer, Neven Subotić e Sven Bender si guardarono l’un l’altro increduli e iniziarono a ridacchiare come degli studenti che hanno appena fatto uno scherzo geniale al loro insegnante. Il momento durò solo «due secondi», dice Hummels «che però sembrarono due ore». Gli ottantamila tifosi sugli spalti, ubriachi e urlanti, facevano tremare il Signal Iduna Park così tanto che persino il tempo sembrava scollarsi. Lo speaker dello stadio Norbert Dickel aveva dato inizio al terremoto, gridando che il Colonia era in vantaggio per 2-0 sul Leverkusen, ultimo club rimasto a contendere al Dortmund il primo posto in classifica. Il Borussia era in vantaggio per 2-0 contro il Norimberga, e a soli venti minuti dalla vittoria della Bundesliga con due gare d’anticipo. «A quel punto sapevamo di avercela fatta, ma non riuscivamo a capacitarcene,» dice Hummels ricordando quell’indimenticabile giornata di aprile 2011. «Eravamo dei bambini, la maggior parte di noi non arrivava a 23 anni,» dice Subotić. «Non sapevamo che cosa ci stesse capitando. Sapevamo che eravamo lì, ma non sapevamo come ci eravamo arrivati e che cosa significasse essere lì.»

«Avevo la pelle d’oca come mai prima in vita mia,» ricorda Bender. «Fu un momento estremamente emozionante, una rivelazione: noi, un gruppo di ragazzini, ce l’avevamo fatta. Ripensandoci sono quasi triste per non essermela goduta di più, ma era qualcosa di troppo irreale e troppo breve per apprezzarlo nella sua interezza.» Anche Klopp ebbe difficoltà a realizzare pienamente quello che stava succedendo: «Pensavo che mi sarei sentito meglio, più euforico,» disse quasi scusandosi. «Forse la pressione che sentivamo era davvero un po’ più grande di quanto fossimo disposti ad ammettere.»

Per tutti gli altri, i minuti, le ore e i giorni che seguirono furono qualcosa di confuso: Kevin Großkreutz si mise a correre per il campo come un pazzo con la testa mezza rasata (le batterie del rasoio si erano scaricate) e il portiere Roman Weidenfeller dichiarò a un reporter di Al-Jazeera, in un comicissimo misto di tedesco e inglese, «we have a grandios saison gespielt». «I tifosi si abbracciavano, piangevano. Cinquecentomila persone per le strade di Dortmund, birra, champagne,» racconta Subotić. «Due settimane di stato di emergenza,» dice il presidente del Borussia Reinhard Rauball. «Un’estasi totale, impossibile da descrivere a parole,» ricorda Hummels. «C’era una città pazza per il calcio, un club pazzo per il calcio e un allenatore come Kloppo che mette sempre i tifosi al centro di tutto, in modo molto intenso. La combinazione di questi fattori riuscì a creare un’energia di cui la gente parla ancora oggi e che continuerà a ricordare per sempre.»

Sebastian Kehl, uno dei pochi giocatori sopra i trent’anni, aveva già vinto il campionato con il Dortmund, nel 2002, come peraltro Weidenfeller; tuttavia, il rischio di fallimento degli anni successivi rese la vittoria del 2011-2012 ancora più speciale, spiega. «Vedere la gioia negli occhi della gente che per tanto tempo era stata in ansia per il futuro del club e aveva sperato in un ritorno ai bei tempi… eravamo felicissimi per loro.



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